La Design Week si è appena conclusa ma se ne respira ancora l’energia nell’aria: è stata un successo e ha portato il sole e l’estate a Milano.
Milano è viva, elettrica e stimolante. E se è una città bella tutto l’anno, lo diventa ancora di più in primavera, quando le Magnolie colorano di rosa piazza Tommaseo, le giacche pesanti lasciano il posto a colorati e leggeri spolverini, i prati di Parco Sempione si popolano di teli prendi sole, di libri aperti e di tanti sportivi che si tengono in forma con la musica alle orecchie, e i dehors si riempiono di gente intenta a sorseggiare spritz e birrette fino al calar del sole.
In primavera Milano rinasce, e per farlo al meglio sceglie uno degli eventi più attesi dell’anno: il Salone del Mobile.
Da qualche anno a questa parte ormai, non si tratta più di un appuntamento riservato solo agli addetti ai lavori, ma è diventato un vero e proprio evento mondano, che trasforma la città coinvolgendo da vicino un po’ tutti. E non potrebbe esserci cosa più bella.
Se quando frequentavo l’Università potevo osservare il dietro le quinte della realizzazione delle prime installazioni, nei giorni che precedevano l’evento, e potevo poi godere di esse in tranquillità nelle pause tra una lezione e l’altra, adesso non mi resta che entrare ed uscire di corsa dai luoghi espositivi dopo l’ufficio, e cercare di vedere più cose possibili prima che chiudano, come fanno tutti, seguendo la massa e calpestando qualche piede; ma è bello anche così. Le mie amiche sono sempre state delle fans sfegatate come me della Design Week e siamo sempre riuscite ad arrivare nel posto giusto al momento giusto, cioè quando inizia un nuovo evento super, e da non perdere. Quest’anno ho coinvolto anche mia mamma, che ne è rimasta colpita e insieme abbiamo riscoperto luoghi che avevamo dimenticato e ne abbiamo ritrovati di nuovi che da adesso sono diventati i miei preferiti.
I miei spazi preferisti durante il Salone del Mobile:
Partiamo dalla colazione, il rito sacro delle mie giornate, che non deve essere saltato per nessuna ragione al mondo. Per iniziare il nostro tour alla scoperta del Fuori Salone scelgo Aimo e Nadia bistRo, nuovissimo locale a Milano, curato, alla moda ed elegante, proprio come ci si aspetta pensando a Rossana Orlandi e al suo gusto per le cose belle. Vi ho raccontato di Marta Bibendum – se ve lo siete persi lo potete rileggere seguendo questo link -, e sapete che è uno dei miei posti preferiti, ma questo nuovo bistro gli si avvicina molto (e non solo perché si trovano entrambi in Via Bandello). Per adesso ci siamo concesse solo una veloce colazione prima di iniziare il tour per installazioni e oggetti di design da desiderare, ma io l’ho già inserito nella mia lista di posti da provare al più presto anche per cena, devo solo trovare il momento e la persona giusta con cui andare.
PRIMO STOP: lo Spazio Rossana Orlandi lì accanto, casa e giardino ricco di promesse del design, una garanzia. Dopo aver visto la Google Softwear House, ci siamo perse nel cortile colorato colmo di vasi, fiori recisi, piante e lanterne che decoravano il soffitto. Quest’anno il focus è sulla green economy con Senso di colpa, progetto multidisciplinare dedicato al tema del riciclo e del design sostenibile, come le giraffe e i cactus di plastica leggera e riciclata di Alexander Loterztain,
Secolo XXI
Ochre
Derlot
SECONDO STOP: Palazzo Litta tappa fissa dei miei giri durante il Fuori Salone, e non solo per i designers che ospita ogni volta ma anche perché diventa l’occasione per ammirare gli interni di un Palazzo storico tra i migliori esempi di architettura barocca milanese. Le pareti decorate, il salone degli specchi interno, le stanze segrete e dorate che si aprono al pubblico gratuitamente. Ecco questa è una delle cose che più apprezzo di queste iniziative: sono per tutti!
Tempietto nel bosco. Asia Khan per Palazzo Litta
Tempesto nel bosco. Asia Khan per Palazzo Litta
Interno di Palazzo Litta
TERZO STOP: Palazzo Turati, dove stuoli di tulipani rosa, rossi e gialli ci danno il benvenuto … in Olanda, con Masterly, The Dutch. Anche questo è uno dei luoghi che non delude mai: vuoi per le stanze del piano superiore ricchemente decorate, vuoi per i designer olandesi all’avanguardia che ospita, vuoi per le centrifughe di arancia, mela e carota che rigenerano a metà tour, vuoi per la terrazza panoramica dove sedersi a fare una pausa al sole prima di continuare il giro. Vuoi per tutte queste cose insieme, tornarci è sempre un grande piacere.
Masterly, The Dutch in Milano
Bibi Smith
Masterly, The Dutch in Milano
Masterly, The Dutch in Milano
Max and Luux Furnitures
Max and Luux Furnitures
Da qui ci spostiamo in Brera, il cuore pulsante del Fuori Salone, come annunciano le bandierine rosse svolazzanti lungo le vie dell’interno.
Andiamo dirette all’Orto Botanico, dove ci accolgono settecento casette bianche, con il tetto colorato, che fuoriescono da aiuole di erbe aromatiche, fiori e verdure coltivate. Ad attirare l’attenzione è però una pianta di glicine in fiore, profumatissima, che colora di lilla la parete dietro alla Pinacoteca, diventando il posto preferito per foto, selfie e nuove Instagram stories che danno il benvenuto alla primavera..
smarTown, progetto di MCA-Mario Cucinella e SOS – School of Sustainability con Eni gas e luce in partnership con Hive
Il caldo e la sete ci fanno venire voglia di fermarci per una salutare pausa pranzo, e così approfittiamo del Centro Botanico a pochi metri di distanza, per sederci a rigenerarci con insalata di sorgo e polpettine vegetariane.
Il giro prevede altrettanti step e installazioni da vedere, quindi ci rimettiamo subito in cammino entrando da Missoni dove piastrine di plastica colorate creano movimenti e giochi di luce che riflettendo sulle pareti trasformano l’atmosfera in un arcobaleno sfuggente di colori.
Rachel Hayes, Blowing in the Wind (2018), intervento site specific Showroom Missoni
La coda ci impedisce di entrare in via Palermo da Erastudio Apartment Gallery, una delle installazioni più raccomandate dal mondo Instagram, ma senza scoraggiarci proseguiamo per intrufolarci da Vitra, dove salendo una scala a balconata lo sguardo sovrasta un intero pavimento giallo fluo ricoperto di sedie, lampade e mobili firmati Vitra. Lo ammetto, Vitra è tra le case di arredamento che più adoro al mondo. Non so cosa me ne potrei fare di quegli elefantini in pelle, ma so che li vorrei solo perché sono simpatici. E questo mi sembra un’ottima giustificazione.
Vitra | Eames Elephant
Typecasting. An Assembly of Iconic, Forgotten and New Vitra Characters
Senza neanche rendercene conto ci ritroviamo a camminare verso il centro, direzione: Palazzo Clerici dove due amici che abbiamo appena incontrato ci consigliano di fare una scappata (fosse solo per recuperare un po’ di gadget colorati) e così facciamo. Qui cha scelto di esporre Hay (altra grande casa di design di cui sono innamorata, per il suo gusto minimal, pulito, ordinato e per l’equilibrio delle sue forme). L’eleganza e la ricchezza di Palazzo Clerici fanno la loro parte nel rendere l’esposizione adorabile, forse proprio per il contrasto tra la pomposità degli interni decorati e l’essenzialità degli arredi moderni e contemporanei di Hay. Amo questo contrasto. Amo le tinte pastello unite di questi oggetti. Amo la loro leggera linearità.
Ultimo stop, ma non certo per importanza e lo spazio espositivo dell’Università degli Studi di Milano, dove dalle logge, ai cortili interni, al prato centrale si snodano grandi installazioni interattive e divertenti.
Cortile dell’Università degli Studi di Milano
Mostra-evento di Interni, con i Rabbits di Giovannoni e Kongs di Qeeboo.
Limbo, di Jacopo Foggini per Ferragamo
21000 passi dopo mi ritrovo seduta in macchina verso casa, soddisfatta. Non ho visto tutto, mi manca molto, da Lambrate, al Ventura Design District, Tortona e Casa Elle ma ho gli occhi pieni di cose belle, di colori e ho fatto il pieno di energia creativa per affrontare al meglio la settimana in arrivo. Amo la Design Week perché serve per la mente e per il cuore – e qui lo dico, se continua a diventare sempre più bella come sta facendo ultimamente, il prossimo anno prenderò l’intera settimana di ferie per non perdermi neanche un angolo di questa città mozzafiato.
Grazie Milano.