Nel mondo ci sono molti luoghi meravigliosi, ma pochi sono quelli speciali. Vernazza è uno di questi.
Si legge così ne “La neve viene sempre dal mare“, una collezione di immagini e racconti scritti da Gianni Franzi per far conoscere il passato di Vernazza, quel borgo ligure che ha in sé “qualcosa di diverso, qualcosa in più”.
Vista di Vernazza sul porticciolo e sulla torre del Castello.
A Vernazza sono sempre stata affezionata. La prima volta in cui sono venuti i miei genitori era il 1980, e si erano appena sposati. Una meta insolita per un viaggio di nozze, eppure non potrei esserne più grata. Da allora ci sono tornati ogni anno, e hanno fatto scoprire anche a me e a mia sorella la magia recondita di questa baia incantevole.
Vernazza è uno tra i borghi più piccoli delle Cinque Terre, parte dell’omonimo Parco Nazionale. É situata tra Monterosso e Corniglia, ed è caratterizzata da colline verdi e terrazzate, dove i lunghi filari di viti e ulivi disegnano ombre simili a pennellate, scale ripide e impervie portano a veri e propri angoli di paradiso, le case sono strette e alte, colorate in tinte pastello con persiane verdi alle finestre, e curiosità insolita: hanno un nome. Ogni casa di Vernazza ne ha uno e la mia preferita è sempre stata Ca’Mino; dalle loro finestre svolazzano candidi panni bianchi che si asciugano al sole. I gabbiani fendono il cielo facendo quel loro strano suono che mi ricorda di alzare lo sguardo al cielo e assaporare l’aria salmastra che arriva dal mare.
Di solito la raggiungiamo in treno, è il metodo più comodo e veloce. Lasciando la macchina a Sestri Levante, o eventualmente a Levanto se si preferisce proseguire in macchina ancora per un breve tratto. Anche l’odore delle rotaie in galleria, con l’aria fredda del treno in arrivò è una sensazione che appartiene alla mia infanzia e che resta difficile da dimenticare: annuncia l’inizio della vacanza, l’arrivo al mare. Per la strada che dalla stazione scende fino a raggiungere la piazzetta principale, e quindi il mare, si espande il profumo di focaccia croccante e appena scaldata, da fare venire subito l’acquolina in bocca, al punto da accostarla anche al caffè per colazione quando si è qui. Sembra incredibile, invece è un abbinamento buonissimo.
Camminando in discesa verso il centro con le valige in spalla, si riconosce subito l’accento ligure dei vernazzesi già indaffarati con le loro mansioni quotidiane, si nota la e stretta nelle loro parole, qualche belin come intercalare dei discorsi più appassionati e a noi scappano i primi sorrisi.
Dopo tanti anni, tornare è una festa anche per loro, che di anno in anno ci accolgono con calore. Tra i primi che incontriamo c’è quasi sempre Tonino, che abbiamo conosciuto quando lavorava come cameriere nel Ristorante Gianni Franzi. Ora è in pensione, fa il pescatore e porta in giro i turisti sulla sua inconfondibile barchetta nera. Poi ci sono Lorenza e il marito, soprannominato Stalìn, nome dell’omonima gelateria, nonché della torta squisita che preparavano un tempo. Anche loro non lavorano più adesso, ma il gelato della Gelateria Stalìn resta tra i più buoni mai assaggiati, e ogni volta che torniamo è d’obbligo una pausa da loro. Mara è una delle persone più solari e sorridenti mai conosciute. Di solito la incontriamo andando a lasciare le valigie in albergo, perché lavora da Gianni in hotel, ma a volte capita di incrociarci anche lungo la strada, É sempre bello ricevere un suo abbraccio. E poi c’è Giuliano, detto Grillo, Emanuele che ormai da alcuni anni gestisce il Ristorante Franzi e, appunto Gianni, l’anima di Vernazza.
Arrivati in piazza Marconi, non possiamo non andare a fare una foto ai giganti ombrelloni colorati che regalano un po’ d’ombra ai tavolini dei ristoranti. Con il tempo ne abbiamo collezionate centinaia di foto così, eppure riguardandole ci accorgiamo che non sono tutte uguali: si nota il passaggio del tempo, la trasformazione della città, soprattutto dopo la disastrosa alluvione dell’ottobre 2011 che ha distrutto gran parte di questo gioiello, e spaventato tutti.
Veduta di Piazza Marconi
Ora sì, possiamo andare da Gianni, o meglio al bar del Ristorante Hotel Gianni Franzi dove Marisa e Simona ci aspettano per darci le chiavi delle stanze, dopo averci riempito di baci, abbracci, saluti e tanti complimenti. Anche questo bar ha i suoi profumi tipici, a seconda dell’ora in cui si arriva, si può già pregustare l’odore di qualche succulenta pietanza in preparazione nella cucina a vista, dove i cuochi sono sempre al lavoro, dietro pentole enormi che bollono e pesci appena pescati. Ricordo che da piccola passavo le ore ad osservare come si muovevano veloci tutti quegli omini con il grembiule bianco e i pantaloni a quadretti bianchi e neri. Li guardavo impastare gli gnocchi, preparare il pesto e il uccellato la torta rotonda e bucata in mezzo da servire con lo Sciacchetrà.
Raggiungere le camere dell’hotel implica una notevole prestanza fisica, soprattutto se si hanno appresso valigie grosse e pesanti. Ebbene sì, perchè non esistono ascensori, e per raggiungere la palazzina con le camere bisogna salire ben 100 scalini lungo stradine strette, fresche e ombreggiate, ma pur sempre in salita. Quando si arriva a destinazione però, ogni volta ci rendiamo conto di quando ne valga la pena. L’Hotel resta a picco sul mare, di fronte a noi non abbiamo altro che una distesa di blu infinita, che si perde al confine con l’orizzonte.
Il mare all’improvviso. Mediterraneo
L’Hotel ha poche camere, tre o quattro per piano con vista sul mare o sulle verdi colline terrazzate che portano a Monterosso. Sono state ricavate negli anni ’60 da vecchie abitazioni già esistenti nel centro storico del paese, e ne conservano ancora alcuni tratti distintivi. Alle pareti ci sono quadri e stampe di artisti famosi come Alighiaro Boetti, spesso anche conosciuti personalmente da Gianni, come Richard Rogers o Renzo Piano che hanno dedicato a lui parole di ammirazione. Alloggiare qui vuol dire anche immergersi nell’arte.
Nell’arte e nel profumo dei gelsomini, che irradia dal giardino entrando nelle finestre delle camere: è iniziata l’estate, le piante sono in fiore, il cielo è azzurro e le nuvole se ci sono sono piccole e sembrano fiocchi di cotone. L’angolo di gran lunga più bello di questo giardino è un piccolo solarium ritagliato lungo la scogliera, dove potersi fermare a leggere e prendere il sole su sdraio a righe bianche e blu, con nient’altro che il mare di fronte.
Vernazza è piccola, in un giorno la si visita tutta da cima a fondo. Per questo è sempre bello fare brevi escursioni verso i paesi limitrofi, Monterosso a destra, o Coniglia a sinistra, e immergersi per alcune ore lungo i sentieri del Parco Naturale. Salendo per i sentieri si possono osservare da vicino le coltivazioni di viti e ulivi, e guardando verso il basso si vede la baia: l’acqua è trasparente e tende al verde, nel porticciolo le barche in legno sono disposte in fila ordinate, e qualche boa arancione è ancora libera. Il suono del mare che si infrange sulle rocce, risuona fino ai sentieri. Si incrociano altri passeggiatori, si scambiano due parole con qualche contadino al lavoro, si assaggia qualche fico d’india o mora selvatica e new entry di quest’anno: lungo il sentiero un simpatico nonnino in splendida forma ha pensato bene di offrire spremute d’arance e limoni per risollevare camminatori stanchi.
Barche ormeggiate nel porticciolo di Vernazza
Venuta sera, è bello osservare il tramonto del sole su Punta Mesco dalle rocce del porto; un porto finalmente tranquillo dopo l’affollamento di barche e turisti in visita tutto il giorno. Ora è calmo, il cielo è rosa e la gente osserva lo spettacolo del calar del sole in silenzio, abbracciata, scatta qualche foto, si scambia qualche bacio, sorride.
E chi volesse assistere a questo spettacolo naturale da un po’ più in alto e sorseggiando un fresco bicchiere di rosé, non deve fare altro che andare al Ristorante Al Castello.
Tramonto su Punta Mesco
Per la cena non c’è alcun dubbio, da quasi 40 anni a questa parte i miei genitori sono fedeli clienti di Gianni Franzi, che non ha mai deluso. Spesso si siede al tavolo, scambia qualche chiacchiera e in breve tempo ci aggiorna sulle ultime notizie del paese. Qui è obbligatorio un giro di antipasti della casa: acciughe ripiene, acciughe salate, acciughe al limone, muscoli ripieni. A seguire due assaggi di primi, a scelta tra penne con gli scampi, tagliolini al nero di seppia, linguine alle vongole e le rinomate trofie al pesto, piatto dal sapore squisito e senza uguali. In realtà a Vernazza il pesto, così come i muscoli ripieni, non sono mai stati un piatto tipico, ma nel ristorante di Gianni sono diventati tra i piatti più ambiti, a continuare la tradizione dei nonni, originari di Nervi. Meritano anche i pesci alla griglia o al forno sempre freschi, appena pescati.
E il risveglio del mattino in questo paradiso è uno dei momenti più attesi dell’anno. Voglio svegliarmi e aprire la finestra solo per vedere la distesa blu che ci circonda e lasciare che la luce del giorno arrivi sulle lenzuola. Lo spettacolo è ancora più bello dalla Terrazza Deck, dove si fa colazione su tavolini a picco sul mare, proprio di fronte alla Roccia del Leone, osservandone il profilo.
Veduta di una parte del giardino dell’Hotel Gianni Franzi.
Qui troviamo Dea, che ci consiglia di assaggiare le marmellate di agrumi o le dolci torte fatte da loro.
La colazione alla terrazza Deck.
E non abbiamo alcun dubbio, “la felicità davanti al mare è un’idea semplice” diceva qualcuno.
Quel qualcuno aveva proprio ragione.
INDIRIZZI DA SALVARE DOVE ALLOGGIARE: Hotel Gianni Franzi | Piazza Guglielmo Marconi, 1. Albergo: Via San Giovanni Battista, 41-47-49, 19018 Vernazza, Cinque Terre (SP). Mail: info@giannifranzi.it. Telefono: 0039 0187 812228 / 393 9008155 DOVE MANGIARE UN GELATO: Gelateria Stalin | Via Visconti 24 DOVE GUSTARE UN APERITIVO: Ristorante Al Castello | Via Guidoni 56: per un elegante aperitivo al tramonto con vista su Punta Mesco Ananasso Bar | Piazza Guglielmo Marconi, 30: per un rilassato e piacevole aperitivo al centro della baia di Vernazza, osservando i colori delle barche che rientrano nel porticciolo Terrazza Winexperience | Deck Gianni Franzi, Via San Giovanni Battista: per un aperitivo a picco sul mare DOVE CENARE: Ristorante Gianni Franzi DOVE GUSTARE UN COCKTAIL: Ananasso Bar