Diluvia e la primavera proprio non si sente.
Ma crediamoci, prima poi arriverà.
Ne approfitto allora e scappo da questa frenetica e grigia Milano, per trascorrere un allegro weekend fuori porta all’insegna di cultura, arte e buon cibo. Un connubio perfetto.
Sono a Reggio Emilia, dove si è da poco trasferita mia sorella Sofia. É ancora un po’ spaesata, prigioniera di quel mix di sensazioni che vagano dall’entusiasmo alla paura di un nuovo inizio. É bene iniziare a familiarizzare con questo nuovo mondo allora, e arricchire la mente con qualcosa di culturale, come La Collezione Maramotti.
L’appuntamento della visita è per le 10.30. Dall’esterno l’edificio sembra chiuso, e il lungo cancello che ne delimita il cortile lo conferma. Ma meglio non fermarsi all’apparenza: quelle pareti contengono opere d’arte dalla potenza straordinaria.
É strano come in una città così piccola, sia presente un patrimonio culturale così ampio oltre che sconosciuto alla maggior parte dei suoi abitanti. L’intento, come ci viene spiegato da una gentile ragazza che ci accompagna nella visita, è quello di permettere alle persone veramente interessate e appassionate d’arte, di fruire di una collezione così ricca. Senza pubblicizzarne i contenuti, senza scopo di lucro, ma per il semplice desiderio di condividere le idee artistiche del momento con i veri interessati, ai quali non è richiesto altro che una semplice telefonata.
E così facciamo noi.
La Collezione Maramotti nasce da un progetto elaborato ormai più di trent’anni fa da Achille Maramotti, fondatore del gruppo Max Mara. Il suo desiderio era quello di costruire una raccolta d’arte contemporanea da esporre un giorno in un luogo che diventasse esemplare per la fruizione estetica e intellettuale. Nel 2003, quando la casa di moda si trasferisce in nuovi spazi, ecco che l’originario stabilimento di via Fratelli Cervi 66 si trasforma per ospitare la collezione d’arte contemporanea. La struttura viene convertita in spazio espositivo grazie all’intervento dall’architetto inglese Andrew Hapgood, che ne conserva però gli essenziali caratteri originari.
I primi due piani accolgono i dipinti dalle dimensioni più grandi. La luce entra naturale dalle finestre, permettendo un’ottimale fruizione delle opere esposte nel luogo un tempo riservato alla realizzazione dei capi di moda. Internamente il calcestruzzo delle pareti e il marmo dei pavimenti sono i materiali dominanti dell’edificio, che conserva ancora i caratteri originari della manifattura, come le macchie d’olio a terra dovute alle macchine tessili.
Una collezione di centinaia di opere, realizzate dal 1945 a oggi, e disposte in ordine cronologico in 43 sale, a rappresentare alcune delle più importanti correnti artistiche italiane e internazionali degli ultimi anni. Un “work in progress” in divenire, che accoglie e si arricchisce con continuità di nuove testimonianze d’arte contemporanea.
La collezione permanente si sviluppa nei primi due piani dell’edificio, dividendosi tra dipinti e sculture italiane ed europee dalla fine degli anni Quaranta alla fine degli anni Ottanta al primo piano, e opere americane ed europee più recenti al secondo. Partendo dall’espressionismo e all’astrattismo italiano degli ultimi anni Quaranta, inizio anni Cinquanta, si passa ai dipinti della cosiddetta arte Pop romana, all’Arte Povera, e poi alla New Geometry americana degli anni Ottanta-Novanta.
Enrico Castellani, Superficie blu, 1966.
Mimmo Paladino, La Stoltizia, 1977-1981
Peter Halley.
Tom Sachs, ‘Victory Boogie Woogie’, 1996.
Joan Wallace, Formula II (Something Borrowed, Something Blue), 1992
Si sente spesso affermare che l’arte contemporanea sia difficile da comprendere, elitaria, riservata a pochi. Forse è solo poco fruibile, ed è per questo che bisognerebbe valorizzare e cogliere proposte culturali come quella offerta dalla Collezione Maramotti, che aprendo le sue porte a tutti, gratuitamente, arricchisce le menti delle persone, proprio come aveva pensato il suo ideatore.
Il mio oroscopo questa mattina diceva:
“La cultura fa crescere, e porta luce nella vita di ogni giorno”.
Io ci credo.
collezionemaramotti via fratelli cervi 66 42124 reggio emilia tel. +39 0522 382484 fax. +39 0522 934479 info@collezionemaramotti.org