Siete mai stati in Giappone? Io purtroppo no, ma ho trovato un localino a Milano dove potete assaporare tutto il gusto della sua cucina tradizionale! Dove? Nel miglior Sushi Bar della città: Poporoya. A dire il vero, non si tratta solo di Sushi Bar, ma di un vero e proprio negozio di alimentari, dove potete trovare qualsiasi prodotto della cucina giapponese di cui voi abbiate bisogno. Sono sempre stata molto attirata dal Giappone e mi sarebbe piaciuto molto imparare un po’ di giapponese ai tempi dell’università, senza però poi riuscirci mai. Nutro grande simpatia per quelle terre, per i suoi visi e quegli occhi a fessura, per l’arte della sua cucina. Quando ero piccola, al rientro da un viaggio di lavoro a Tokyo mio papà mi aveva spiegato che la cucina giapponese ha dei veri e propri rituali e che i suoi sapori sono floreali e profumati. Mi ricordo di essere rimasta incantata da quei brevi racconti. Mi aveva portato dei pennarelli finissimi e coloratissimi, pieni di scritte e segni incomprensibili, e poi una bambolina tonda che iniziava a dondolare e suonare appena sfiorata (ce l’ho ancora in camera :)), ogni tanto la osservo e quella melodia delicata infonde serenità.
Bando alle ciance. Grazie a delle coinquiline sempre informate su tutti i posti più segreti di questa Milano imprevedibile, ho scoperto POPOROYA e finalmente posso dire anch’io di aver provato il vero sushi tradizionale. In una parola: un’esperienza!
Poporoya è un locale davvero piccolo, in via degli Eustachi 17, riconoscibile grazie alla gente in attesa all’entrata, a qualsiasi ora del giorno. Vi si accede tramite una porta scorrevole ricoperta di segni e scritte giapponesi a me indecifrabili. Giusto il tempo di guardarsi a destra per salutare la cassiera, scorgere qualche ripiano di prodotti alimentari giapponesi, poi a sinistra per scorrere lo sguardo tra i tavolini quadrati dove consumare il sushi e il bancone sulla cucina, che il locale è finito. Davvero? Sì, davvero. É proprio piccolo, ma sempre pieno di gente. E la coda fuori è indice di quanto meriti provare almeno una volta i piatti di Shiro che prepara sushi, sashimi, tempura e yakitori no stop, sorridendo e accogliendo dalla sua postazione i clienti in coda alle casse.
É grazie a lui che Poporoya ha raggiunto questa fama. Leggendo qua e là infatti, ho scoperto che Shiro (o meglio il maestro Hirazawa Minoru) dopo essersi diplomato a Osaka nella prestigiosa scuola di cucina Tsuji, si è trasferito in Italia, prima a Roma e poi a Milano. Qui, gestiva Poporoya, che all’epoca era una semplice gastronomia giapponese. Nel 1989 decise di diventare indipendente, ottenne la licenza e trasformò Poporoya in sushi bar e gastronomia. Adesso è proprietario di due locali: “Poporoya” e “Shiro”, il ristorante giapponese di fronte, un locale moderno, frequentato sia da famiglie milanesi che giapponesi, che nel 2009 è stato premiato alla Scala con il Premio Milano Produttiva – 19° edizione – indetto dalla Camera di Commercio di Milano.
La procedura da Poporoya è particolare: nel caso si voglia fare take away, basta ordinare e pagare alla cassa (io consiglio di prenotare telefonicamente, con tutta quella gente, risulta difficile anche raggiungere i vari menu alle pareti e si rischia di perdere tempo). Se invece si desidera sedersi, è norma attendere attorno al tavolo alto e quadrato al lato della cassa su cui è presente il menù, raccogliere le proprie idee sulla scelta del cibo e una volta pronti, riferire nome e ordine alla piccola cameriera dalla voce pimpante, che segnerà tutto su un foglietto e vi chiederà di aspettare fuori. Pronto il cibo e liberatosi un tavolo, sentirete risuonare ad alto volume il vostro nome dall’interno, segno che vi potete accomodare. Il servizio è rapidissimo (anche troppo, direi). Appena seduti siete subito serviti, e la gente in attesa ti incita a lasciare posto ai prossimi clienti.
Ma l’atmosfera è comunque calda e accogliente: Shiro dalla cucina sorride ai clienti che osserva dalla finestra sul bancone e ogni tanto pronuncia qualche parola in giapponese alla cassiera, che gli risponde quasi cantando. Si vede che lavorano con passione e che tengono ai loro clienti: in tanti entrano e salutano lo chef chiamandolo per nome prima di mettersi in coda. Shiro ricambia sempre con entusiasmo.
Io ho assaggiato il “chirashi sushi”, e ve lo consiglio! É una ciotola di riso ricoperta di freschi pezzi di sushi di tonno, pesce bianco e salmone, arricchiti dai sapori di wasabi, zenzero e avocado. Ma c’è una sorpresa: sotto il riso si nasconde un altro po’ di pesce, condito con una dolce salsina rossa e un po’ di avocado, che lo rende squisito! Lo consiglio come piatto unico, viene circa sui 15€ ed è compresa una ciotolina della zuppa tradizionale giapponese, la miso soup, che scalda lo stomaco in queste serate fredde e piovose di ottobre.
Provatelo, vi conquisterà!
PS: se invece preferite un’atmosfera più tranquilla, o avete un’occasione speciale da festeggiare e potete spendere un po’ di più, basta attraversare la strada e fermarsi da Shiro. Non l’ho ancora provato ma penso che presto ci farò un salto, non vedo l’ora!